MAT Museo Arte Tempo - Città di Clusone

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Antonio Cifrondi

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Antonio Cifrondi

Antonio Cifrondi

Antonio Cifrondi nasce a Clusone l’11 giugno 1656 da Carlo, capomastro, e da Elisabetta Spinelli. Secondo la testimonianza di Francesco Maria Tassi (1793), l’artista ebbe una prima formazione in patria presso un non meglio identificato pittore chiamato il Cavalier Del Negro. Sempre dal Tassi apprendiamo che in data imprecisata, usufruendo di una borsa di studio del legato di Ventura Fanzago, fonditore clusonese, Antonio si sarebbe trasferito a Bologna per frequentare la bottega di Marcantonio Franceschini (1648-1729); un’ipotesi che non tutti gli studiosi ritengono credibile sia per l’esigua differenza di età tra maestro e allievo, sia per la mancanza di palesi riscontri stilistici nelle sue opere. Influssi della cultura figurativa emiliana, che in quegli anni deteneva il primato delle novità artistiche, sono effettivamente rilevabili nei dipinti giovanili dell’artista ma in direzione di autori ben più quotati quali Guido Reni, Guido Cagnacci, Guercino.

Nel 1679 Antonio è documentato a Roma, tappa immancabile per ogni percorso di formazione artistica, dove viene derubato. Sempre secondo il Tassi, dopo un soggiorno a Torino, alla metà degli anni Ottanta sarebbe partito per la Francia con il fratello Ventura operando prima a Grenoble, ospite dei monaci della Grande Chartreuse quindi a Parigi, al servizio del Duca d’Harcourt.

Nonostante le ripetute ricerche nessuna traccia di queste esperienze lavorative, che avrebbero condotto i due fratelli addirittura fino alla corte francese, è emersa a tutt’oggi. Nessun documento, nessuna testimonianza figurativa ma neppure tracce di una qualche influenza della grande pittura transalpina sulla produzione di questi anni e di quelli successivi, come dimostrano le prime opere documentate in terra bergamasca: la pala per il santuario della Madonna del Frassino a Oneta (1687) e quelle per la parrocchiale di Cerete Basso (1690).

Nel febbraio 1687 acquista una casa con due orti a Clusone, in località Zuccano.

Negli anni seguenti l’attività dell’impresa Cifrondi (che oltre a Ventura doveva comprendere anche altri collaboratori, probabilmente il futuro pittore Giuseppe Roncelli) è frenetica e diffusa in tutta la provincia. A partire dal 1689 la presenza dell’artista a Bergamo si fa sempre più assidua.

Molteplici sono gli incarichi da parte della committenza cittadina, sia religiosa che laica. Particolarmente importante è il legame con la famiglia Zanchi residente in Borgo Sant’Antonio, per la quale realizza un numero impressionante di dipinti, tra cui il ciclo disperso per la villa di Rosciate, iniziato nel 1712 (vedi il Regesto).

Dal 1701 soggiorna per alcuni anni presso il Convento dei canonici lateranensi di Santo Spirito – il cui abate è un Giovan Crisostomo Zanchi – ove realizza moltissime tele, in parte ancora in loco. Da una lettera del 15 settembre 1712 (vedi il Regesto) apprendiamo che il fratello sacerdote, Francesco, è costretto a risiedere presso di lui, a Bergamo, in quanto a Clusone i rapporti con gli altri membri della famiglia si sono fatti tesissimi. Forse per tale ragione, intorno al 1720 Antonio si trasferisce a Brescia, ospite del convento benedettino dei Santissimi Faustino e Giovita. Nel 1722 firma il ciclo dei dodici Apostoli per la chiesa bresciana di San Giuseppe (oggi al Museo Diocesano).

Nella stessa città realizza numerosi dipinti con figure di genere – una parte delle quali è approdata alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia –, che testimoniano il gradimento di questa particolare iconografia presso la committenza bresciana, sia laica che religiosa. È una galleria di umili protagonisti della vita di tutti i giorni – tra cui la Cucitrice, il Vecchio sotto la neve, la Giovane contadina o il poetico Mugnaio – descritti con sentimento di umana solidarietà e intensa partecipazione emotiva.

L’elevata qualità di tali dipinti, che dovettero interessare il giovane Giacomo Ceruti, giunto a Brescia nel 1721, smentisce l’ipotesi di un Cifrondi che a fine carriera avrebbe conosciuto una fase di involuzione e di declino. È invece lecito credere che almeno una parte dei dipinti di modesto livello a lui attribuiti in questa fase contemplino significativi interventi dei collaboratori di bottega. Il registro dei morti della chiesa di San Faustino Maggiore alla data 31 ottobre 1730 annota il decesso del “Sig. Antonio Cifrondi Putto Bergamasco seppellito in questa chiesa”.

 

Itinerari d’arte

Nell’anno di “Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, il Comune di Clusone, con il progetto “Cifrondi 2023”, ha celebrato il pittore Antonio Cifrondi (Clusone 1656-Brescia 1730) con due iniziative speciali: la mostra monografica Antonio Cifrondi “pittor fantastico” (Clusone, MAT Museo Arte Tempo, 15 aprile – 10 dicembre 2023) e la prima mappatura online di tutte le opere dell’artista visitabili in Val Seriana e nelle città di Bergamo e Brescia.

Gli itinerari individuati dal progetto Cifrondi ’23 conducono il visitatore attraverso più di 40 luoghi –chiese parrocchiali, cattedrali, musei, pievi, oratori, sagrestie, palazzi pubblici –per un totale di 160 opere, alcune delle quali inedite perché emerse nel corso degli studi intrapresi in occasione della mostra allestita al MAT.

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