Tra le opere del Museo compaiono anche alcuni dipinti che non sono patrimonio del MAT.
Da dove vengono? Appartengono alla collezione della Casa dell’Orfano di Ponte Selva (BG). Quest’istituzione, fondata nel 1925 da monsignor Giovanni Antonietti per ospitare e assistere gli orfani di guerra e i bambini bisognosi, si è mantenuta fino ai nostri giorni, ampliandosi e divenendo un piccolo villaggio, con infermeria, chiesa, scuola e casa colonica. Nel corso del tempo, poi, ha modificato le proprie finalità, diventando, oggi, per lo più un centro per ritiri spirituali. A partire dagli anni Venti, quindi subito dopo la fondazione, diversi privati hanno compiuto donazioni, anche quadri, con lo scopo di incrementarne il patrimonio e quindi supportare le attività. Tra le famiglie benefattrici, i Pesenti, gli Agliardi, i Valli e, in particolare, i Suardo.
Purtroppo, però, le opere d’arte donate non erano fruibili dal pubblico, anche a causa della mancanza di spazi adatti all’interno della Casa dell’Orfano. Alcuni quadri erano già stati esposti nel corso di due mostre, a Bergamo e a Varese, tuttavia non era mai stata prevista un’esposizione all’interno di un percorso museale permanente. Ciò è diventato possibile a Palazzo Marinoni Barca. Uno dei gioielli di questa collezione è certamente la grande Pietà di Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane, dei primi anni del Seicento, già nella chiesa selvana del Sacro Cuore di Gesù. Notevole è la Maddalena penitente – di artista lombardo del XVII secolo – bellissima e sensuale nella sua afflizione, con il volto dolcemente segnato dal dolore della penitenza e dall’espressione d’amore per la croce che tiene tra le mani. Meritano una segnalazione anche i due Ritratti di Ferrante Ambiveri e di Sofonisba Martinoni Ambiveri tra i più pregnanti del bergamasco Giovan Paolo Cavagna, i cui rari ritratti degli esordi si caratterizzano per un realismo severo.
La Casa dell’Orfano
La “Casa dell’Orfano” di Ponte Selva si identifica pienamente con il suo fondatore mons. Giovanni Antonietti (1892-1976) pluridecorato cappellano militare nella prima guerra mondiale, che ha dedicato all’istituzione tutta la sua vita.
La prima Casa, acquistata nel 1924, venne aperta il 24 giugno 1925 come “Preventorio per l’infanzia” per ospitare i più bisognosi tra gli orfani di guerra. È la prima istituzione italiana sorta per la tutela dei fanciulli, con una ospitalità permanente. Tra il 1926 e il 1950 grazie al sostegno di numerosi benefattori (tra i quali le famiglie Suardo, Pesenti, Agliardi, Valli) vengono costruiti diversi edifici – dall’infermeria, alla chiesa, alla scuola, alla casa colonica – che costituiscono un piccolo villaggio, nel cuore di una salubre pineta, molto accogliente per migliaia di orfani, non solo di guerra. Son più di ventimila i ragazzi che hanno trovato rifugio, assistenza e un luogo di formazione nella “Casa dell’Orfano”.
Nel 1969 mons. Antonietti affida la sua opera ai sacerdoti di don Orione, adeguando la Casa alle nuove esigenze. Dopo la morte del fondatore l’opera muta profondamente indirizzo e l’“Associazione Ex Allievi e Amici di don Antonietti” ristruttura alcuni padiglioni per il soggiorno breve di minori bisognosi, di gruppi ecclesiali, di scolaresche, di gruppi sportivi.
Il conte Giacomo Suardo, insigne benefattore della “Casa dell’Orfano”, lasciò erede l’istituzione dei suoi beni, tra i quali diversi dipinti attualmente concessi in comodato al MAT – Museo Arte Tempo.